Cantami una ninna nanna

The Smiths sono stati un gruppo alternative rock britannico, ormai sciolto. La band, formata da Morrissey (voce), Johnny Marr (chitarra), Andy Rourke (basso) e Mike Joyce (batteria), raggiunse la popolarità negli anni ottanta e divenne ben presto una delle più importanti band alternative rock del periodo.
Gli Smiths ti dicevano, tramite l’inconfondibile voce di Morrissey, che non eri solo, anche se eri solo: non eri l’unico/a a sentirti un pesce fuor d’acqua o ad avere una disperata voglia di omologazione e allo stesso tempo un profondo disgusto per la stessa. I loro testi protestavano contro la violenza idiota del mondo nei confronti del piccolo, il debole, il diverso, l’ipersensibile. La voce di Morrissey era un lamento che rattristava e che consolava, dando voce a chi non sapeva neppure di averne una. 


Oggi vorrei parlarvi della canzone Asleep, dall’album “The Queen Is Dead”. 

Il testo suona e appare come il discorso di chi è consumato dal dolore e ha perduto la volontà di affrontarlo: un dolore che presumibilmente lo condurrà al suicidio alla fine della canzone. Dice di voler andare via, in un mondo migliore, e ad accompagnarlo per l’ultimo sonno in questo pianeta vuole qualcosa di bello, una voce amata. Dice ancora “non dispiacerti per me”, perché qui non è felice e ha bisogno di fuggire. Cerca di convincere i suoi cari che sarebbe più felice di morire semplicemente in pace, piuttosto che vivere in un mondo che gli ha causato tanta disperazione e depressione. "Cell of my heart": paragona il suo cuore a una cella di prigione. Si sente prigioniero e legato alla tristezza e al dolore finché è vivo. 
Parla di questo mondo migliore nell'aldilà, ma non ne ha la certezza. Infatti dice "ci deve essere", come per autoconvincersene lui stesso. La morte è piena di incertezze.
                


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