Il circo

Oggi parleremo di una tra le più belle canzoni di Mezzosangue, dall'album "Soul of a Supertramp": Circus.   

Mezzosangue utilizza la metafora del circo per descrivere la situazione sociale. In tutta la canzone, il circo rappresenta la società in cui viviamo, falsa ed ipocrita ma accettata da tutti in quanto tale, proprio come il circo.
Nella prima strofa l'apertura del circo, con musiche malinconiche e il suono delle fruste, preannunciano sofferenza. Segue l'immagine del leone, simbolo di chi non accetta il circo (la società) per come è e vorrebbe combattere per migliorarla, ma le pecore (gli abitanti della società) che non pensano, ma agiscono seguendo la massa, manovrate dalla classe politica ("serpenti con il viscido nel cuore"), si scagliano contro il leone. In tutto questo il pubblico non capisce cosa ci sia dietro a questo scontro ed è soltanto spaventato dalla voglia di ribellione del leone. Ecco che allora per il circo è più conveniente eliminare il leone e sostituirlo con animali addestrati e più sottomessi (le foche che si passano il pallone). Quest’ultimo è un chiaro riferimento al calcio, e allo sport in generale, che intrattiene gli italiani distraendoli da ciò che succede realmente. È molto più facile mostrare dei burattini tranquilli che provare a sfruttare le energie e le idee di chi vorrebbe migliorare la situazione sociale, tanto che la stessa società non vuole in realtà dei miglioramenti se questi comportano la perdita della loro tranquillità. 
Il leone è anche un riferimento alla filosofia di Nietzsche: nella sua seconda fase del pensiero (quella che Mezzosangue sposa quasi esplicitamente in diverse canzoni) il Leone è colui che attacca e sbrana le certezze e le convinzioni della società; Mezzo tenta di essere il Leone dei nostri giorni attraverso i suoi testi.
Il ritornello è abbastanza palese, indica la voglia di Mezzo di scappare, in particolare portandosi con sé la sua musica, per non doverla condividere con la massa di pecore sottomesse. Inoltre mette molto bene in evidenza il significato metaforico della canzone, affiancando "paura, circo, follia” con "paura, stato, polizia”. 
L'inizio della seconda strofa è un riferimento a "La fattoria degli Animali", di Orwell, con l'asino sottomesso che lavora fino allo sfinimento perché crede nello stato, che è invece governato dai maiali che hanno come unico fine il loro benessere. Per quanto sia doloroso da guardare per chi riesce a vederlo da fuori, l'autore sa che non c'è modo di cambiarlo, perché è per natura che l'uomo accetta la sottomissione e la privazione di libertà in cambio della possibilità di tranquillità e spensieratezza.


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